Pipilotti chi? Pipilotti Rist (Grabs, 1962).
Intimista e surrealista realista. Un’artista svizzera che comincia negli anni ’80 a sperimentare video e installazioni che hanno il genere umano come protagonista e tutte le paturnie e non paturnie che ne fanno parte. E tira fuori tutto con degli apparecchi elettronici.
“Abbiamo così tanti rumori di apparecchi elettronici intorno a noi costantemente che se li utilizzi per mostrarne il contenuto poetico e filosofico riesci a riconciliare il tuo corpo con essi”.
Così descrive la Rist la sua video arte.
I’m not the girl who misses much (1986).
Sullo schermo c’è una donna sfocata. Solo una donna sfocata, capellona, castana, in primo piano con un rossetto rosso che poi si allontana e si riavvicina e si riallontana dallo schermo meccanicamente. La donna canta ripetuttamente una frase muovendosi velocissimamente, come una pazzoide malconcia vestita con un completo nero e le tette scoperte. I’m not that girl who misses much, i’m not that girl who misses much. Canta istericamente la stessa frase come fosse un disco impallato. Il suono è fastidioso e l’immagine distorta. I’m not that girl who misses much è la prima frase della canzone Happiness is a warm gun dei Beatles. John Lennon lesse questo titolo su un articolo di una rivista pubblicato negli anni ’60. La felicità è un’arma bagnata. La frase gli sembrò così “fantasticamente folle” da ricopiarla e inciderla su un disco, forse come protesta. E fantasticamente Rist utilizza la prima frase della canzone nella sua opera, forse anche lei come protesta. La mette nella bocca di una sorta di donna burattino manichino che si muove pazzoidamente come fosse esorcizzata. Esorcizzata da cosa? Dalla manipolazione? Dalla manipolazione di chi e di che cosa? È possibile esorcizzarsi dalla manipolazione di qualcuno o qualcosa? Positive exorcism è il titolo alternativo dell’opera. Positive. Positivo. La risposta quindi è sì. Probabilmente sì. Ci si può esorcizzare da qualsiasi cosa. Anche dall’ossessione che manchi sempre qualcosa. I’m not the girl who misses much.
Sip my ocean (1996).
‘The world was on fire and no one could save me but you
It’s strange what desire will make foolish people do
I’d never dreamed that I’d meet somebody like you
And I’d never dreamed that I’d lose somebody like you
No, I don’t want to fall in love
No, I don’t want to fall in love
With you
With you
What a wicked game you played to make me feel this way
What a wicked thing to do to let me dream of you’
Una canzone messa insieme a un video, di nuovo. Ma stavolta la Rist sceglie Wicked Game di Chris Isaak per la sua video opera Sip my ocean. Sip my ocean, Sorseggia il mio oceano. L’oceano in fondo in fondo con qualche oggetto che affonda, e la Rist che ci si tuffa dentro senza affondare, ma sguazzandoci dentro.
“I don’t want to fall in love with you”
Non voglio innamorarmi di te. Non voglio innamorarmi di te.
E poi una voce che lo grida ancora più forte. Tanto forte come quando si grida contro una cosa che non si vuole ma ormai già successa. E lo spettatore resta lì al centro della stanza e davanti a uno schermo gigante con un oceano gigante, dove affondano cose. Lo spettatore resta lì a guardare, la Rist continua a nuotare e la voce continua a gridare non voglio innamorarmi di te. Cos’è che affonda? La paura di innamorarsi o l’amore stesso o noi stessi quando ci innamoriamo… qualsiasi cosa o paturnia sia l’importante è sapere sguazzarci dentro.
Ever is over all (1997).
Sullo schermo Pipilotti passeggia. Passeggia con un vestito azzurro e delle scarpette rosse. Ha i capelli legati e tiene in mano un fiore. La musica di sottofondo è lenta e anche Rist si muove lentamente. Sorride e continua a passeggiare per la strada a rallentatore con il vestito svolazzante. C’è la musica e ci sono degli uccellini che cantano. La Rist inizia a guardare una macchina parcheggiata al lato del marciapiede, sorride, alza il fiore e lo sbatte sul finestrino della macchina distruggendolo come se stesse usando un bastone. La musica s’interrompe e si sente il fracasso. Poi la musica riprende e Rist continua a passeggiare. Rist continua così, per tre minuti di video continua così. Incontra vari passanti e varie macchine. Distrugge molti finestrini e sorride a tante persone, anche a un poliziotto, che magicamente la guarda, le sorride e passa oltre. Ma perché l’artista dovrebbe distruggere i vetri dei finestrini delle macchine con un fiore al posto del bastone, indossando un vestito azzurrino e le scarpette rosse? Per rappresentare la rabbia e l’emancipazione, dice l’artista. L’artista rappresenta la rabbia e l’emancipazione con un fiore, vetri rotti e un vestito svolazzante. Sorridente. Sorridente perché arrabbiarsi per emanciparsi è una cosa bella o perché emanciparsi dalla rabbia è una cosa bella?
Rosachiara Pardini